Quando un bambino si comporta male in genere riceve una punizione dai propri genitori. Lo fanno molte mamme e molti papà oggi e lo facevano anche i nostri nonni e i nostri bisnonni. L’intento naturalmente è educativo e per tanti decenni si è sempre creduto che il castigo fosse il miglior strumento per evitare che i figli ripetano gli stessi errori. Ma è veramente così?
Le opinioni sono contrastanti ma diversi studi al riguardo hanno portato i pedagogisti ad affermare che la punizione serve a poco e, anzi, può risultare dannosa per il bambino.
Perché la punizione non è utile
Ogni genitore si preoccupa quando vede il proprio figlio agire nella maniera sbagliata e utilizza inconsciamente la minaccia del castigo per riportare il bambino sulla retta via, fargli riconoscere gli errori ed educarlo a essere un buon adulto. Un tempo esistevano le punizioni corporali come gli schiaffi, il digiuno e le sculacciate ma nel tempo questa metodologia troppo severa è stata sostituita dai semplici rimproveri e dalla privazione temporanea di cose a cui il bambino è affezionato; alcuni esempi possono essere il divieto di vedere il proprio cartone preferito, di andare alla festa dell’amichetto o di giocare.
Nonostante l’apparenza educativa, recenti studi hanno dimostrato che queste scelte fatte dai genitori possono rivelarsi controproducenti.
Infatti anche l’attacco verbale (sgridare il bambino) e non verbale (la privazione) lo portano a continuare a comportarsi male e ad avere minore fiducia in se stessi. Un piccolo che ha paura del castigo imparerà a dire bugie e a nascondere le sue marachelle. Inoltre potrebbe sviluppare del risentimento verso la mamma e il papà, sentirsi tradito e solo e portarsi dietro il trauma legato a questa frattura.
A questo punto ti chiederai: come agire per insegnare al bambino a comportarsi bene?
Le alternative al castigo possono essere un’ottima soluzione. Continua a leggere per saperne di più.
Quali sono le alternative
Esistono diversi modi per far sapere a tuo figlio che ha sbagliato e che il suo errore può portare a delle conseguenze poco piacevoli. Sgridarlo violentemente forse non è la mossa giusta ma questo non significa che bisogna lasciarlo stare. Un super genitore conosce il proprio figlio e sa che si sono volte in cui è possibile riprenderlo con severità e altre nelle quali bisogna agire in modo alternativo. Ad esempio, un approccio educativo interessante ed efficace è quello del ragionamento. Se il bambino commette uno sbaglio, è importante farlo riflettere su quello che ha compiuto e spiegargli con calma e autorevolezza perché deve smettere di comportarsi così. In questo modo, senza ricorrere alla punizione, sarà possibile anche rafforzare il rapporto di fiducia tra figlio e genitore.
Un secondo punto fondamentale è l’ascolto. Come mamma o papà devi mettere da parte l’ira e cercare di comprendere le ragioni che hanno portato il bambino a fare una marachella. Solo così tuo figlio non si sentirà sperduto e sfiduciato e vedrà in te una figura positiva da seguire.
Un’alternativa da menzionare è quella del porre rimedio. Se lo sbaglio non è irreparabile, come super genitore devi far capire a tuo figlio che è possibile rimediare agli errori.
Infine, se il tuo bambino è molto nervoso e agitato, puoi proporgli qualcosa di alternativo che lo calmi e, mentre fate l’attività insieme, spiegargli con serenità i suoi sbagli.
Conclusioni
Questi sono alcuni suggerimenti che possono tornarti utili come alternative al castigo. La punizione può portare risultati veloci ma non definitivi. Fondamentale è invece accompagnare tuo figlio lungo un percorso educativo non violento e non traumatico, attraverso approcci sereni e utili alla sua crescita.